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Andrea Baldini con Four For Africa |
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Intervista ad Andrea Baldini
campione olimpico di fioretto a Londra 2012
Andrea non ha bisogno di presentazioni, le sue imprese sportive sono ormai note a tutti gli appassionati di sport e non solo. L'ultima fatica di Londra 2012, gli ha regalato una bella rivincita dopo l'ingiusta esclusione da Pechino a pochi giorni dall'inizio dell'Olimpiade.
Fra i tanti progetti portati avanti fuori della pedana, Andrea, fin dagli inizi, sostiene l'attività di Four For Africa.
Ha vissuto in prima persona l'esperienza del viaggio, in compagnia di altri volontari, e ha voluto raccontare in breve il suo punto di vista.
ANDREA, COSA TI HA SPINTO A PARTIRE?
Mi è sempre piaciuto viaggiare, poter scoprire nuovi posti nuove realtà, conoscere e osservare le persone, modi di vivere e pensieri vicini e lontani dai miei. Ho sempre voluto andare in Africa, ma fino ad ora avevo sempre desistito in attesa di trovare una motivazione che rapresentasse qualcosa di più di un bel viaggio esotico.
PERCHE' HAI SCELTO PROPRIO FOUR FOR AFRICA?
Il mio rapporto con l'associazione è cominciato quasi per caso. Inizialmente mi avevano contattato per fare da "testimonial", ma nell'introdurmi quello che FFA era e voleva diventare, i loro valori, la direzione dei loro progetti, mi fecero un impressione talmente positiva che manifestai fin da subito il desiderio di farne parte in maniera attiva. E' un gruppo giovane, serio, ma che sa anche divertirsi. Mi fecero sentire subito a casa.
COSA TI E' RIMASTO DI UN VIAGGIO DEL GENERE?
Il viaggio in Senegal è stata un'esperienza incredibile, che ha unito la testimonianza sul campo di alcuni progetti sociali, come la costruzione di un distretto sanitario a Diourbel o l'assistenza alla maternità di Sebikotane, con la comprensione dei costumi dei luoghi.
CI TORNERAI?
Vorrei tornarci senz'altro, sia per toccare ancora con mano gli sforzi fatti da Four For Africa in Italia, che si tramutano in realtà qui in Senegal, sia per salutare e ringraziare tutti gli amici che in questa bellissima esperienza ho avuto modo di conoscere. Ho ancora una rivincita a pallone con i ragazzi del villaggio di Diourbel da fare, e Malick deve ancora farmi assaggiare il suo yassa-poulet migliore!
COSA CONSIGLI A CHI VORREBBE PARTIRE?
Consiglio di smettere di parlarne e partire veramente. Ma invito a prendere la cosa seriamente, sia per chi intraprende il viaggio con l'associazione, sia per chi parte con un gruppo di amici: ricordandosi che non è un viaggio turistico ma che mette al centro il viaggiatore con le comunità ospitanti. Dov'è fondamentale il rispetto della persona, delle culture e della natura del luogo.
SALUTACI SOLTANTO CON UNA FRASE: AFRICA E'... ?
Ben fatto è meglio che ben detto! (B.Franklin)